Disarmo e diplomazia le uniche “armi” per porre fine alle guerre


Approvata dal Consiglio comunale una risoluzione di Pd, Cittadinanza attiva e Bagno a Ripoli Futura. Nell’atto si chiede anche che venga istituita a Bagno a Ripoli la Settimana internazionale del disarmo

In un mondo sempre più attraversato da guerre e violenze nei confronti di milioni di esseri umani innocenti, l’unica “arma” possibile è quella di un disarmo multilaterale che ponga fine ai conflitti e alle sofferenze delle popolazioni coinvolte.

È lo spirito contenuto in una risoluzione approvata nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Bagno a Ripoli dai gruppi del Partito democratico, Cittadinanza attiva e Bagno a Ripoli Futura.

Un atto che si focalizza soprattutto sui due conflitti più drammatici, in Ucraina e in Medio Oriente, e si rivolge direttamente al Governo perché si faccia parte attiva “per soluzioni pacifiche che portino ad un cessate il fuoco, alla fine delle ostilità”.

In particolare, sull’Ucraina si sottolinea come il ruolo dell’Italia debba essere quello di favorire dei colloqui di pace, mentre per il Medio Oriente l’auspicio è quello di un impegno “anche con gli altri Paesi Arabi, per una totale smilitarizzazione di Hamas e degli altri gruppi terroristici, senza la quale non potrà mai esserci pace”.

Infine, si invita la Giunta, anche tramite la Commissione per la Pace e i Diritti, a promuovere iniziative di sensibilizzazione sul tema del disarmo multilaterale e della costruzione della Pace e a prevedere anche sul territorio di Bagno a Ripoli la “Settimana Internazionale ONU per il Disarmo” da tenersi nel periodo dal 24 al 30 ottobre di ogni anno.

«Come dimostrano le ultime drammatiche evoluzioni, è evidente che per guerra in Ucraina serva un nuovo ruolo dell’Europa, più forte e autorevole a livello diplomatico, e che solo il perseguimento di un disarmo multilaterale può essere efficace e risolutivo per garantire la pace», dice il consigliere Andrea Orsini a nome del gruppo del Pd. «Cosi come per il conflitto in Medio Oriente – aggiunge – siamo convinti che sia la condotta di Israele che quella terroristica di Hamas pregiudichino ogni soluzione politica in grado di assicurare la convivenza fra i due popoli».